Tutto sulle creme solari
Le creme solari, il fototipo e come conservarle
salute bambini bellezzaI solari rappresentano i cosmetici estivi per eccellenza e non dovrebbero mai mancare in casa nella stagione estiva e soprattutto in nessuna borsa da mare.
Le protezioni solari ci aiutano, insieme ad un’esposizione al sole consapevole, a proteggere la nostra pelle dalle radiazioni ultraviolette emesse dal sole.
Che cos'è la protezione solare? Tecnicamente per prodotto solare si intende "un qualsiasi preparato, crema, olio, gel, o spray, destinato ad essere posto in contatto con la pelle umana al fine esclusivo o principale di proteggerla dai raggi UV assorbendoli, disperdendoli oppure mediante rifrazione".
Cosa sono i raggi UV? La radiazione ultravioletta è la radiazione più "energetica" dello spettro solare con cui entriamo in contatto e pertanto è anche la più pericolosa per la nostra cute. I raggi UV si suddividono in UVC, UVB e UVA.
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Gli UVC hanno una lunghezza d’onda che va dai 100 ai 280 nm. Sono molto pericolosi ma essendo assorbiti dai gas della stratosfera, se lo strato di ozono non subisce ulteriori modifiche, non raggiungono la superficie terrestre.
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Gli UVA hanno una lunghezza d’onda che va dai 315 ai 400 nm. Questi risultano essere molto penetranti e in quanto tali sono in grado di raggiungere il derma e alterare la struttura delle fibre di collagene e dell’elastina causando così un invecchiamento precoce della cute e favorendo inoltre l’insorgenza di altre patologie cutanee.
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I raggi UVB invece con una lunghezza d’onda di 280-315 nm, sono meno penetranti rispetto agli UVA e colpiscono lo strato più superficiale della pelle, l’epidermide. Sono i responsabili di scottature, eritemi e di altre malattie della pelle.
Qual è la differenza tra filtri solari chimici e fisici? I prodotti “solari” rappresentano per la pelle la più importante arma di difesa nei confronti del sole. L'efficacia e la sicurezza dei cosmetici di protezione solare si basa sul tipo, sulla quantità delle molecole-anti UV contenute. Ma non basta inserire i filtri in una crema per fare un buon solare, sono tanti gli ingredienti e gli accorgimenti formulativi e produttivi che contribuiscono a creare un solare efficace e di qualità. In ogni caso, qualunque sia la formulazione e il tipo di filtri utilizzato nei solari ricordiamo una cosa: ogni crema solare presente sul mercato (commercializzata da aziende serie e in canali ufficiali!) deve rispettare precisi requisiti di legge e superare una serie di test che garantiscano la protezione da UVA e UVB e che servono per determinare l’SPF dichiarato. Le diverse tipologie di formulazioni possibili (con filtri chimici, con filtri fisici o con filtri associati), non si distinguono quindi in base alla maggiore o minore efficacia ma in base al meccanismo di azione e alle caratteristiche formulative. Formalmente, i solari sono suddivisi in base alla natura e al meccanismo di azione. Ma nella pratica, quali sono le differenze tra filtri solari fisici e chimici?
I filtri fisici, anche detti inorganici, hanno proprietà schermanti. Si tratta di sostanze che, grazie alla loro opacità, oppongono un vero e proprio schermo alle radiazioni UV. Sono formati da piccole particelle minerali in grado di riflettere i raggi solari, per cui questi non possono più raggiungere la cute. Sono in grado di respingere sia le frequenze UVA che quelle UVB. In pratica sono come degli specchi e ci proteggono dalle radiazioni dannose tramite un meccanismo di riflessione/diffusione. Le radiazioni solari vengono riflesse o diffuse e non assorbite dalla superficie cutanea. Non provocano quindi surriscaldamento della pelle anzi la proteggono efficacemente. Si tratta di sostanze inerti, fotostabili, particolarmente sicure per la salute della pelle. Rispetto ai filtri chimici hanno un potere allergizzante minore. Nella maggior parte dei casi si tratta di filtri solari naturali. Ma possono anche essere prodotti artificialmente e, dunque, essere sintetici. Gli schermanti fisici più utilizzati sono l’ossido di zinco e il biossido di titanio.
I filtri chimici o filtri organici sono sostanze di sintesi in grado di catturare l’energia delle radiazioni UV per evitare che queste raggiungano e danneggino le cellule dell’epidermide e del derma. Assorbono in modo selettivo le radiazioni UVA e UVB, agendo su lunghezze d’onda diverse. Alcuni assorbono solo i raggi UVA corti, altri solo gli UVB, altri ancora sia gli UVA lunghi che corti. Queste molecole una volta assorbite, scompongono le radiazioni del sole, trattengono l’energia per poi rilasciarla sotto forma di calore e/o fluorescenza. Questo, di fatto, aumenta la sensazione di caldo provata sulla pelle. In poche parole, i filtri chimici assorbono parte delle radiazioni solari e rilasciano l’energia sotto forma di calore. Tra i filtri molto utilizzati troviamo anche il Benzophenone, che è stato accertato come distruttore endocrino oppure l’Octinoxate, un ingrediente persino trovato nel latte materno, con pesanti ricadute sulla salute umana e sull’ambiente.
Le creme solari sono, quindi, utili, purchè si sappia cosa scegliere e come usarle.
Scaffali pieni di flaconi colorati che offrono protezione dai danni del sole, abbronzatura rapida, pelle elastica; crema solare per pelli scure, chiare, irritabili; spray, gel, lozioni. Come districarsi nella giungla estiva dei filtri solari?
1. La prima regola è che da un prodotto solare, anche il migliore, non ci si può aspettare l’impossibile: nessuna crema può proteggerci al 100% dalle radiazioni ultraviolette e dai danni che possono arrecare a chi esagera. Restano fondamentali le vecchie regole: stare all’ombra nelle ore più calde, usare anche cappello, occhiali e altri capi d’abbigliamento.
2. Leggere l’etichetta: da alcuni anni in Europa la normativa è estremamente rigorosa. Sono sparite le diciture fuorvianti, come il vecchio «schermo totale», così come waterproof (al massimo può essere water resistant). Sono state introdotte scale standard per indicare i filtri solari, in modo che il consumatore possa finalmente confrontare prodotti diversi senza perdersi in numeri e sigle sconosciute.
3. SPF, o Fattore di Protezione: SPF è l’indicatore più conosciuto dell’efficacia di uno schermo solare. Esprime il livello di protezione dalle radiazioni ultraviolette,in particolare UVB. Gli UVB sono i responsabili di eritemi, ustioni, scottature. Le categorie standardizzate sono quattro: protezione bassa (da 6 a 10), media (15-25), alta (30-50), molto alta (50+).
Le radiazioni UVA penetrano più in profondità nella pelle e a lungo sono state sottovalutate. Da 10-15 anni le aziende serie hanno dato spazio alla protezione anti-UVA, raggi che non danno sensazione di scottatura, permettono di stare molte ore al sole senza percepire il danno.
I patiti della tintarella artificiale le conoscono bene, poiché sono le radiazioni delle lampade solari. Provocano invecchiamento cutaneo, rughe, macchie e si studiano ipotesi di un legame con il melanoma. Ecco perché per gli esperti è oggi imperativo proteggersi anche dagli UVA. I prodotti solari devono avere una protezione ad ampio spettro, contro UVA e UVB. In Europa la normativa prevede che un buon filtro solare debba offrire una protezione anti UVA pari a 1/3 di quella UVB. Quindi se una crema ha un SPF uguale a 30, deve avere una protezione anti UVA almeno pari a 10.
Fototipo
Il fototipo di un individuo è determinato dalla quantità e dalla qualità della melanina presente nella pelle che le conferisce il suo caratteristico ed unico colore.
I soggetti a fototipo chiaro sono generalmente di etnia caucasica di tipo nord europeo, i soggetti a fototipo scuro sono di etnia caucasica di tipo mediterraneo, i soggetti molto scuri sono rappresentati dalla etnia asiatica per il fototipo 5 e dalla popolazione nera per il fototipo 6.
Conservazione crema solare
Guardare la data di scadenza non basta. Le creme solari non vanno mai usate dopo più di un anno dall’apertura. E’ importante considerare anche la fotostabilità del prodotto, ovvero la capacità della crema di rimanere attiva sulla pelle anche sotto l’azione della luce solare». Come rilevarla? Non è obbligatorio, ma alcune aziende indicano questo fattore sull’etichetta. La crema va riapplicata ogni 2 o 3 ore e ogni volta che ci si bagna, senza dimenticare che gli UV non si lasciano fermare del tutto dall’ombrellone né dal cielo nuvoloso.
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